… altro da sapere

Il complesso monumentale all’interno del “borgo fliscano” fu eretto a partire dal 1244 per volere di papa Innocenzo IV (al secolo Sinibaldo Fieschi, dei conti di Lavagna) durante l’aspra lotta di potere che lo vide opposto all’imperatore Federico II di Svevia, lo stupor mundi. La costruzione iniziò un anno prima della convocazione del concilio di Lione (1245), che aveva l’obiettivo di scomunicare Federico, sciogliere i suoi sudditi dal giuramento di fedeltà e recuperare tutti i possedimenti della Santa Sede sottratti dall’imperatore.

A terminare la costruzione in stile romanico-gotico, nel 1252, fu il nipote Ottobono Fieschi, che divenne successivamente papa con il nome di Adriano V, morendo dopo soli 39 giorni di regno il 18 agosto 1276. Un’iscrizione sull’architrave del portale ricorda l’evento. Alla basilica vennero concessi importanti privilegi, essendo stata assunta direttamente alle dipendenze della sede apostolica. Furono legati alla basilica diversi edifici, tra cui il ponte e l’ospedale della Maddalena.

Caratteristico il sagrato della chiesa eseguito con ciottoli marini policromi, secondo la tipica tecnica ligure delle pavimentazioni “a rissoi”, e decorato con cerchi e altri motivi geometrici.

Nella lunetta che sovrasta il portale, affresco del Quattrocento attribuito a Giovanni da Barbagelata che rappresenta, nel registro superiore, il Crocifisso, l’Addolorata e il papa Innocenzo IV, S. Giovanni e il Cardinale Ottobono e, nel registro inferiore, la Madonna con il Bambino tra i santi Pietro e Paolo.

…lo sapevate che

La basilica, il palazzo dei Fieschi, insieme all’oratorio barocco di San Salvatore il vecchio e ai resti di alcuni edifici cinquecenteschi, costituiscono una suggestiva scenografia teatrale che ogni anno fa rivivere al borgo gli antichi splendori medievali nelle rievocazioni storiche del 13 e del 14 agosto: “Addiu du fantin” e “Torta dei Fieschi”. Un interessante itinerario culturale parte dalla basilica e abbraccia tutte le chiese del comune di Cogorno.

Lo stemma araldico della famiglia Fieschi è sormontato da un gatto accanto al motto “Sedens Ago”, ovvero “agisco stando fermo”, che richiama metaforicamente l’astuzia propria dei felini. Di parte guelfa, come i Grimaldi, mentre i Doria e gli Spinola erano ghibellini, i Fieschi appartenevano alla più antica nobiltà feudale ligure. “Se le cose andavano bene per il gatto [ossia i Fieschi], significava che per Genova si metteva male”, così diceva Lorenzo de’ Medici. E di gatti, sul sagrato della basilica dei Fieschi, è veramente pieno! Che una popolazione così numerosa sia la reincarnazione dei membri della famiglia dispersi dopo la fallita congiura del 1547? Lo stesso Andrea Doria, loro acerrimo nemico per aver perso il nipote ed erede durante la congiura, si fece ritrarre seduto alla scrivania con un gatto che lo osserva incuriosito…