…altro da sapere

L’origine del Santuario di San Michele può essere rinvenuta tra la fine del V e l’inizio del VI secolo. Nel VII sec, diviene il santuario nazionale dei Longobardi, quando tale popolazione dominava l’area garganica, e infatti le caratteristiche architettoniche del complesso dimostrano l’appartenenza di parte delle sue strutture a quel filone artistico. Il popolo tedesco era particolarmente devoto a San Michele in quanto nella figura alata con spiccate abilità guerriere si rinvenivano le caratteristiche tipiche del dio della guerra Wodan cioè il dio germanico Odino. Nella seconda metà del IX sec, a seguito di varie incursioni dei Saraceni, il santuario viene gravemente danneggiato e l’imperatore Ludovico finanzia i restauri e le decorazioni ad affresco della scalinata principale. Sotto la dominazione normanna Monte Sant’Angelo è dichiarata “Signoria dell’onore” e probabilmente nell’XI sec. Roberto il Guiscardo  interviene ristrutturando la grotta. Ma è con Carlo d’Angiò alla fine del XIII sec. che inizia una grande opera di trasformazione: tagliando a metà la sacra grotta si amplia e modificano gli accessi originari e si migliora il collegamento con il borgo; si costruisce la grande navata addossata alla grotta modificata e il campanile, che ricorda molto le torri di Castel del Monte. Il piazzale antistante la basilica viene rimaneggiato nel 1865, quando anche la facciata subisce modifiche con l’aggiunta dell’arcata di sinistra replicata in stile in modo simile all’originaria.

…lo sapevate che

La ricostruzione delle vicende leggendarie che diedero origine al culto dell’Arcangelo Michele sul Gargano è contenuta nel  Liber de apparitione santi Michaelis in Monte Gargano dell’VIII secolo. Il testo narra con dovizia di particolari e suggestiva enfasi le quattro apparizioni avvenute sulla zona nel corso dei secoli.

La prima apparizione risalente al 490 vede protagonista un certo Elvio Emanuele ricco allevatore che aveva smarrito il suo toro più prestante. La freccia che l’allevatore gli aveva scagliato contro per ucciderlo non potendo raggiungero era tornata indietro e aveva colpito Elvio che immediatamente si recò dal vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano per raccontargli il fenomeno e al vescovo apparve in sogno la prima apparizione dell’arcangelo Michele che gli disse che la caverna era sacra.

La seconda apparizione risalente al 492 avvenne quando Siponto fu assediata dal re barbaro Odoacre, lo stesso vescovo di Siponto con il popolo ormai stremato chiese una tregua di tre giorni e indisse una preghiera collettiva. Così riapparve l’Arcangelo che assicurò loro la improbabile vittoria, come avvenne.

La terza apparizione è datata 493. Dopo la vittoria, il vescovo Maiorano, decise di consacrare la grotta al santo. Ma San Michele apparve per la terza volta annunciando che la cerimonia di consacrazione non sarebbe stata necessaria poiché egli stesso aveva consacrato la grotta con la sua presenza. La sacra grotta rimane così un luogo di culto mai consacrato da mano umana. Il vescovo così dispose di costruire una chiesa dinnanzi all’ingresso della grotta che venne dedicata all’Arcangelo Michele il 29 settembre 493.

La quarta apparizione è assolutamente più recente. Siamo infatti nel 1656 anno in cui tutto il sud Italia fu infestato dalla peste. Al cospetto di tale flagello l’arcivescovo lucchese Alfonso Puccinelli decise così di rivolgersi a san Michele con preghiere e digiuni e  il 22 settembre sentì una scossa e gli apparve San Michele che gli impose di benedire i sassi della sua grotta scolpendo sopra di essi il segno della croce e le lettere M. A.  A tutti coloro che avessero devotamente conservato tali sassi il santo avrebbe garantito l’immunità dalla peste.