…storia ed emozioni di un immaginifico percorso reale

Giunto a San Leucio e sceso dall’autobus mi incammino verso il Real Sito.

All’improvviso incontro uno strano personaggio, in abito sfarzoso ed un naso alquanto …pronunciato.

Gli chiedo informazioni, ed egli con garbo ed atteggiamento vigoroso mi risponde: “Guaglio….vieni appriess a me”.

Chi sarà mai costui? Dove mi trovo?

Resto impietrito ma nel ricordo del celeberrimo film “Non ci resta che piangere”, ho una felice intuizione.

E’ successo anche a me!!! Mi sono svegliato nel 1800!!!

Sono al cospetto di “Re Ferdinando IV” – il Re Nasone” – che parla con me……in dialetto. Favoloso!!!!! Che fare???  Il Re è il Re!!! Ed io lo seguo senza proferir parola.

Inizia così il Suo racconto spiegandomi che il sito di San Leucio era, in origine, la Sua residenza di caccia. Egli, divenuto sovrano, a soli nove anni, tra la fine del 1700 e i primi del 1800 aveva trasformato questo luogo in una fattoria – industria per la lavorazione di stoffe e sete pregiate, che rappresentarono momento di vanto per tutto il Regno delle due Sicilie.

Questa importante realtà industriale, era gestita come una colonia autonoma ispirata a principi di uguaglianza sociale ed economica.

“Ca..proprio a chistu post nascette Ferdinandopoli!!!!” Esclama orgoglioso il sovrano.

Infatti proprio qui, nel 1778, fu stanziata la Real Colonia di San Leucio.

Ivi, la comunità insediata, fu sottoposta a regole scritte contenute in uno statuto speciale del 1789.

Ferdinandopoli, in pochi anni, attrasse numerosi artigiani francesi, genovesi e piemontesi che si trasferirono in maniera definitiva presso la Real Colonia per poter godere dei privilegi del posto.

Gli abitanti della comunità, in luogo delle 14 ore giornaliere previste da quasi tutte le nazioni d’Europa, qui lavoravano per “sole” 11 ore al giorno.

Le maestranze delle seterie potevano beneficiare, inoltre, di un’abitazione all’interno della colonia.

Quelle case, già all’epoca fornite di acqua corrente e servizi igienici, sono tuttora in buono stato d’uso ed ancora abitate.

Assolutamente innovativo era anche il sistema sociale di tutela ed assistenza garantito alle famiglie.

Infatti, non solo ai familiari degli artigiani era assicurata la formazione gratuita, ma addirittura, fu qui istituita dal monarca la prima scuola dell’obbligo d’Italia femminile e maschile ad indirizzo professionale.

“Ca…tutte quante se vonn bene, so tutte uguali e io voglio assai bene e femmene”.

Ovviamente, non capivo cosa volesse dire con quelle espressioni, ma ritornando con il pensiero a qualche lettura del passato, compresi il suo orgoglioso messaggio.

A parte la sua notoria attrazione per il fascino femminile, che lo portava spesso a non distinguere tra nobildonne e plebee, la lungimiranza di Ferdinando IV in ordine alle tutele di genere era apparsa già all’epoca estremamente trasgressiva.

Infatti, a Ferdinandopoli l’uomo e la donna godevano di totale parità.

Le donne poi, se sposavano un lavoratore del posto, ottenevano anche una generosa dote dal re comprensiva anche di un telaio e della casa.

Rivoluzionario per l’epoca anche il concetto di uguaglianza imposto nella colonia con l’abolizione della proprietà privata e l’assistenza sociale ad anziani ed ammalati.

Il Re, peraltro, oltre ad imporre la vaccinazione contro il vaiolo, creò anche un ospedale e per sostenere gli artigiani poveri, o in difficoltà per malattia, e concepì, addirittura, una Cassa della Carità.

Il diritto era garantito dai Seniori del popolo che venivano eletti per dirimere le controversie civili e per vigilare sui costumi del popolo.

 “Mo vien a mangià cu me!!!”. Esclama il sovrano.

Come rifiutare un invito tanto garbato???? Non potevo assolutamente… offendere il re, lungi da me … l’idea di uno scortese declino.

La mia attenzione è rapidamente calamitata da un profumatissimo vassoio di carne con pancetta, salsicce e costolette di cinghiale nero casertano, con un delizioso vino il Piedimonte rosso!!!”.

Dopo il luculliano pasto saluto il re, porgendo un inchino alla regina frattanto sopraggiunta.

Con la sua grazia reale Carolina mi congeda con uno stupendo regalo.

Un cuscino di seta di San Leucio in ricordo di quella meravigliosa giornata.

Faccio anche in tempo a….risvegliarmi…e risalire sul bus del ritorno.

Luoghi speciali o caratteristiche particolari (Es. Prodotti tipici, tradizioni rituali, eventi)

Tra i prodotti tipici del luogo merita nuovamente menzione il, già citato, delicato vino Pallagrello.

Tra le caratteristiche peculiari della vite, sia bianca che rossa, si scorgono i suoi chicchi sferici, cioè a palla.

Altro prodotto tipico del posto, consigliato ai non vegetariani, è il maialino nero casertano.

Specie di origini antichissime, testimoniate da citazioni, e rappresentazioni romane, questa razza di suino pregiatissima si caratterizza per un copioso tessuto adiposo che rende la sua carne più morbida e più gustosa di quella del maiale bianco.

Il belvedere di San Leucio ospita poi nei mesi estivi il Leuciana Festival, una delle kermesse artistiche più importanti del Sud Italia.

Inoltre, la prima domenica di Luglio si svolge per le vie di san Leucio il Corteo Storico con circa 150 figuranti in costumi d’epoca.