…altro da sapere
Norchia è un alto pianoro tufaceo, isolato su tre lati da piccoli corsi d’acqua, fra Vetralla e Monteromano ,vicino a Blera. Dal IV al II secolo a.C. sviluppò un abitato fiorente, come testimoniano le necropoli che la circondano. In epoca romana fu inserita nel municipio di Tarquinia e attraversata da un ramo della via Clodia, sul percorso di una preesistente direttrice nord-sud. Ebbe poi una frequentazione longobarda che la impoverì, quando la zona faceva da confine con il Ducato romano. Venne poi fortificata nel XII secolo da papa Adriano IV. Tra il XII e il XIII secolo vengono eretti le chiese di S. Pietro e S. Giovanni e il castello, passato nel XIII alla famiglia dei Prefetti di Vico, fino al definitivo abbandono nel 1435. Della fase medievale, sulla parte settentrionale del pianoro della città, rimangono, in condizioni di conservazione critiche, i resti del castello, della pieve di S. Pietro e della cinta muraria: del castello rimangono cospicui avanzi delle murature, in blocchi di tufo rosso con corsi regolari, mentre della chiesa di S. Pietro si conserva ancora per buona parte l’abside e il lato settentrionale, di forme proto-romaniche con la sottostante cripta; anche la chiesa presenta murature simili e coeve al castello (anche se alcuni elementi fanno pensare a una ricostruzione su una precedente struttura del IX secolo), ed è arricchita all’esterno da semicolonne su due ordini. Della cinta muraria si può ancora ammirare la porta settentrionale, da cui usciva la via Clodia (che costeggia le mura in direzione Ovest, scendendo verso il Biedano e la Cava buia – ©foto explore tuscia).
Il luogo fu abbandonato nel 1435 in seguito ad una guerra e non più abitato.
…lo sapevate che
C’è un luogo, a Blera, dove si deve assolutamente passare per comprendere lo spirito del paese, la sua anima fatta di uomini e donne attaccate alle tradizioni: è vicolo di Civitella, una stradina stretta tra due ali di case, piena di piante verdi e di fiori amorevolmente curati da chi ci abita. Qui ho trovato donne allegre e sorridenti che lavorano a maglia o all’uncinetto oppure intente a scambiare tra loro battute e ironie; poco più avanti ho visto uomini che giocano a carte o che in estate preparano tavolini su cui verrà celebrato il rito della cena e dove non mancheranno dolci, bottiglie di vino schietto, pietanze che sanno di buono, da condividere con generosità con i vicini di casa.
Un salotto all’aria aperta, uno spaccato intenso e bellissimo della vita a misura d’uomo e di donna che a Blera è ancora possibile sperimentare.