…altro da sapere

La chiesa di Santa Maria di Portonovo era parte di un complesso architettonico più ampio, comprensivo di un antichissimo monastero benedettino che, purtroppo, è andato perduto, ma la cui esistenza è attestata fin da un documento del 1034.

Ciò che colpisce di questa chiesa è la perfetta armonia di misure e proporzioni e il fatto che la costruzione appare visivamente molto più grande di quanto non lo sia in realtà: una “bomboniera” dalla pianta a croce greca con ben cinque navate e due cappelle laterali, abside semicircolare sia per la navata centrale che per le due più esterne e un tamburo ottagonale che sorregge una cupola ellittica troneggiante in alto, sopra a tutto.

La parte esterna della costruzione offre alla vista eleganti finestre monofore a strombatura doppia, la cui capacità di illuminazione all’interno è sorprendente, nonché una serie di lesene e archetti pensili con funzione decorativa.

Tanto ricca è la tracciatura delle linee architettoniche della chiesa, quanto, di contro, è essenziale e spoglio l’interno, ma è proprio questo “silenzio” degli accessori che rende magico il clima di questa costruzione. Pietra, vento e profumo di mare la costituiscono e, al contempo, invadono, rendendo il luogo assolutamente “religioso”, nell’accezione più ancestrale del termine.

…lo sapevate che

Tra le pareti della chiesa echeggiano alcuni versi del Canto XXI della Divina Commedia di Dante Alighieri (vv. 120-123), in riferimento a San Pier Damiani, che ha probabilmente soggiornato nella struttura del monastero, un tempo adiacente.

Qui visse e morì San Gaudenzio, vescovo di Ossero (attuale Croazia), operando numerosi segni e miracoli sia in vita che dopo la morte, fino a che i suoi concittadini d’oltre mare vennero di nascosto a rubarne il corpo, riportandolo a “casa”.

Sopra l’altare maggiore è esposta un’icona bizantina dedicata a Maria “Stella del Mare”, realizzata nel 1938 dall’artista russo Gregorio Maltzeff. Quando la vide un giorno per puro caso il noto regista russo Andrej Arsen’evič Tarkovskij, ne rimase così estasiato che da allora tornò altre volte a visitare il luogo.