…altro da sapere

Il porto di Civitavecchia ha origini antiche, lo volle l’imperatore Traiano perché il porto di Ostia si insabbiava con troppa facilità. Lo fece costruire dal suo architetto Apollodoro di Damasco. Fu poi parzialmente abbandonato per le invasioni saracene. Tra il X e l’XI secolo, in posizione dominante tra le rovine dell’antica città e del porto devastato, sorse una rocca e lentamente accanto ad essa si formò un piccolo borgo, lungo l’antica strada romana. Già nel Duecento e nel Trecento il porto di Civitavecchia venne usato come approdo, sia pure ancora mal collegato con Roma e privo di attrezzature. Con la riorganizzazione dello Stato della Chiesa nel XV secolo la città si arricchì di pregevoli edifici e il porto venne ristrutturato.

 La scoperta dell’allume intorno all’anno 1460 sui monti della Tolfa e l’esigenza di organizzare l’esportazione del prezioso minerale determinarono la definitiva rinascita del porto. Il restauro venne affidato ai maggiori architetti della corte pontificia, tra cui Donato Bramante, al quale Giulio II della Rovere commissionò il progetto della fortezza che ancora oggi domina il bacino portuale. Fra i frequentatori celebri del luogo in questo periodo vi fu anche Leonardo da Vinci che studiò accuratamente e disegnò gli edifici romani ancora superstiti.

 Il Forte, oggi comunemente detto “Michelangelo”, che doveva proteggere il porto di Civitavecchia, fu poi effettivamente iniziato nel 1508 e completato nel 1537 sotto il pontificato di Paolo III, con la direzione di Antonio da Sangallo il Giovane. Una tradizione locale vorrebbe che il maschio, ossia il torrione principale della fortezza, sia stato progettato da Michelangelo Buonarroti, da cui il nome di Forte Michelangelo. Il Forte, di imponenti dimensioni, ha la forma di un quadrilatero (la cui pianta misura circa 100 x 120 metri) con quattro torrioni angolari e il maschio o mastio di forma ottagonale. Su uno dei torrioni, quello di levante, è presente lo stemma di papa Giulio II ovvero un albero di rovere, che sta ad indicare il luogo in corrispondenza del quale Giulio II, il 14 dicembre 1508, benedisse e murò la pietra angolare. I bastioni sono così chiamati: San Paolo, San Pietro, San Romolo e San Giulio. Secondo i punti cardinali sono San Paolo a sud-est, San Pietro a sud-ovest, San Romolo a nord-ovest e San Giulio a nord-est. Secondo alcuni testi sono noti anche come San Colombano, Santa Ferma, San Sebastiano e San Giovanni.

…lo sapevate che

PAPA GIULIO II ED IL MISTERO DEI DIPINTI DI PIAZZA LEANDRA

Il nome di questo papa è strettamente legato al Bramante, a Michelangelo ed a Raffaello al quale il “Papa guerriero” aveva affidato la decorazione dei suoi nuovi appartamenti in Vaticano, oggi conosciuti come “le Stanze di Raffaello” fra cui la Stanza di Eliodoro affrescata tra la seconda metà del 1511 e il 1514.

Il Pontefice qualche anno prima (1508) aveva incaricato il Bramante di costruire il forte di Civitavecchia, forse su antiche rovine romane, per difendere il porto, la Fortezza Giulia, che poi sarà conosciuta come Forte Michelangelo.

Nel 1972 il Sig. Tarcisio De Paolis, dopo aver acquistato una casa nella storica Piazza Leandra, si accorse che sotto strati di calce, vernici e carta da parati, si nascondevano pitture di straordinaria bellezza: una replica degli affreschi raffaelleschi presenti nella Stanza di Eliodoro in Vaticano.

L’ipotesi è che gli affreschi scoperti siano proprio i bozzetti preparatori che Raffaello fece dipingere ad un collaboratore per mostrare un’anteprima del lavoro al Pontefice che durante la costruzione del forte era solito venire a Civitavecchia per constatare lo stato dei lavori.

Oggi gran parte di quelle pitture sono state riportate alla luce, rivelando incredibili somiglianze ma anche curiose differenze con quelli del Palazzo Vaticano, rendendo il mistero sulla loro origine ancora più fitto e affascinante (foto).