Ancor prima di arrivare al paese venendo da Roma, nel percorrere l’ultimo tratto della via Claudia Braccianese, se per caso si volge lo sguardo davanti a sé distogliendolo dalla vista delle verdeggianti campagne, l’occhio è attratto dal contorno dell’imponente mole del castello, netta a sovrastare il grumo di case addensato sulla sommità del dosso trachitico della collina; esso assolve ancora perfettamente nel tempo, mutatis mutandis, alla funzione di dominare sorprendendo, con l’imperiosa grandiosità, il viaggiatore distratto e impreparato…Il portale cinquecentesco aperto sulle mura conduce ad uno spiazzo erboso dal quale si gode di una vista sul lago in grado di rinfrancare qualsiasi spirito affannato e stanco. Nell’androne antistante le armerie, superato l’ingresso sotto la seconda torre, se colti da improvvisa amnesia, non ricordassimo la proprietà originaria del luogo, un’orsa recante lo stemma di famiglia, ci rammenterebbe che fu, un tempo, glorioso possedimento degli Orsini…

Nel varcare la soglia della prima sala, la volta rapisce in uno straordinario “coup d’oeuil” di cui si rendono protagonisti gli stucchi su fondo dorato e gli affreschi degli Zuccari, mentre da una finestra aperta nello spazio della torre, l’occhio spazia sulla superficie del lago: il papa Sisto IV che qui si rifugiò per mettersi al riparo dalla pestilenza che a Roma imperversava, avrà avuto bene di che consolarsi! Si prosegue infilando una dietro l’altra le sale di rappresentanza, ognuna caratterizzata da un tesoretto o da una peculiarità: ora un soffitto ligneo dipinto da Antoniazzo Romano e dagli aiuti, ora gli sportelli di un Trittico di scuola umbra di fine Quattrocento con una rasserenante scena di Annunciazione, fino ad  un fregio in affresco della scuola del Pisanello che trasporta in atmosfere tardo-gotiche sospese tra realismo e mondo fantastico, tra scene di caccia, scene di villeggiatura e scene ispirate alla leggenda mitica delle “Fontaines de Jouvence”… Le sorprese si susseguono in un affascinante gioco di scatole cinesi che porta alla splendida, ampia e luminosa sala dei Cesari, lungo le pareti della quale, fanno bella mostra di sé i busti marmorei dei dodici cesari, rifacimento seicentesco, di splendida fattura, di originali romani, e qui, voltandosi a guardare la parete d’ingresso, l’enorme e bellissimo affresco di Antoniazzo Romano strappato dal cortile centrale del castello e celebrante l’Orsini e il legame ottenuto con la nobile famiglia dei Medici stupisce l’ignaro visitatore…Si continua tra arredi gotici ed armature fino alle stanze della giovane principessa Isabella de’ Medici, la cui figura emerge ancora sospesa tra realtà e leggenda, per salire, dulcis in fundo, sulla torre mozza del maniero a godere della vista mozzafiato del lago; scendere da ultimo nei locali delle cucine che non è difficile immaginare brulicanti di servi nel fervore della preparazione di sontuosi banchetti attorno alla maestosa ed imponente cappa del grande camino…

Come puoi raggiungere il Castello Orsini-Odescalchi di Bracciano

da Stazioni ferroviaria Roma Termini:

  prendi Metro Linea B direzione Laurentina fino a Fermata Piramide
  segui le indicazioni per la stazione ferroviaria di Roma Ostiense e prendi treno regionale fino a Fermata Stazione ferroviaria Bracciano. La linea ferroviaria è la FL3 Roma-Viterbo, con frequenza dei treni, ogni trenta minuti, nei giorni feriali, e ogni ora, nei festivi, in entrambe le direzioni. Il tempo di percorrenza del viaggio è di un’ora circa
  Tutte le partenze
Linee delle ferrovie Trenitalia in partenza da Roma Ostiense
Dalla stazione ferroviaria di Bracciano, si raggiunge il castello con una passeggiata di dieci minuti